Il Documento di economia e finanza per il 2011 dovrebbe essere approvato domani dal governo in un Consiglio dei ministri anticipato rispetto alla consueta riunione del venerdì, per consentire poi al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, di partire per il meeting del G7 a Washington. Il corposo documento si articola in due sezioni: la prima è il Programma di Stabilità, che in sostanza è l’aggiornamento del quadro di finanza pubblica varato alla fine del 2010; la seconda è il Piano nazionale di Riforma (Pnr) per lo sviluppo,
la vera novità prevista dagli ultimi accordi europei. In questo documento, dall’orizzonte triennale, vanno infatti indicate le riforme strutturali per ridurre il deficit e il debito pubblico e per rilanciare la crescita dell’economia. Si tratta di un piano che tutti i Paesi europei, secondo l’«Agenda 2020», devono presentare a Bruxelles entro la fine del mese e sul quale verranno misurati. Tremonti, con un serrato lavoro durato parecchie settimane, ha rispettato i tempi e il governo ritiene che il Pnr per lo sviluppo sia, tra l’altro, la risposta concreta alle lamentele, considerate «ingiuste e fuori tempo», del presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia. Il piano sarà presentato alle stesse parti sociali e in Parlamento e poi verrà seguito in tempi rapidi dai provvedimenti di legge necessari alla sua attuazione. In pole position c’è un decreto legge per accelerare gli investimenti in opere pubbliche, ricerca e sviluppo, semplificando drasticamente le procedure per gli appalti. All’ordine del giorno, per rilanciare il Mezzogiorno, c’è anche la rinegoziazione con le Regioni delle risorse nazionali e comunitarie spese solo in minima parte. Sempre per il Sud, altro punto qualificante dell’azione di governo sarà la richiesta all'Ue di una fiscalità di vantaggio come è stata concessa ad altri Paesi. In particolare, si potrebbe negoziare con Bruxelles l'utilizzo dei fondi europei per lo sviluppo per finanziare il credito d'imposta. Sul fronte dell’occupazione il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, si prepara invece ad attuare le deleghe sul nuovo apprendistato, che è il contratto sul quale il governo punta per offrire nuove opportunità di lavoro ai giovani e quindi dare una prima risposta al problema del precariato. I capitoli più delicati restano la spesa pubblica e il fisco. Tremonti è intenzionato a portare avanti la riforma fiscale promessa, ma il fatto è che finora il progetto è stato di attuarla con una legge delega, che per sua natura ha tempi molto lunghi. Qui potrebbe arrivare una novità, con un provvedimento a breve che cominci a redistribuire il carico fiscale «dalle persone alle cose», cioè alleggerendo alcune aliquote Irpef sui lavoratori in cambio dell’aumento dell’Iva su certe categorie di beni, in particolare di lusso. Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, è stato chiaro: «Il nostro giudizio sul piano dipenderà da questo. Se non c’è un segnale sul fisco, non saremo soddisfatti». Quanto alla spesa pubblica, aggiunge, «taglino gli enormi costi della politica». (Repubblica)
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