6 mesi di reclusione all'assessore in carica.
Si è diffusa già nella serata di ieri la notizia che l'Assessore Matteo De Simone sarebbe stato condannato dal tribunale di Sorrento a sei mesi di reclusione con la condizionale e 2.500 € di spese legali, per falso. Insieme a De Simone e per lo stesso reato sarebbero stati condannati Vanacore Maria a mesi otto, sempre con la condizionale e Vanacore Luigi a mesi sei con la condizionale più 2.500 € di spese legali.Matteo De Simone sarebbe stato anche rimandato a giudizio dal Tribunale di Torre Annunziata nella stessa mattinata di ieri per abuso sulla proprietà paterna. De Simone, secondo i giudici della Procura, avrebbe trasformato tale proprietà in un frantoio commettendo degli abusi edilizi e dovrà subire un processo.Entro pochi giorni dovrebbero conoscersi le motivazioni delle sentenze a carico di De Simone. (Positanonews) - Facciamo il punto....
Articolo del 20/09/2008 - di Positano news
A ogni modo l´assessore ai lavori pubblici Matteo De Simone, non si è fatto intimidire ed ha denunciato la cosa, ed è stato possibile così, grazie anche a intercettazioni ambientali, tendere la trappola ai due funzionari della Regione Campania che operavano anche in costiera amalfitana, penisola sorrentina, Capri, Sorrento, Amalfi, Ravello e Positano. "Spesso ognuno di noi di fronte a valutazioni difficili vacilla o temporeggia – ha detto De Simone - perché assalito dal dubbio di fare la scelta giusta. Di fronte a questa cosa non ho esitato nemmeno per un attimo. Non c'è indecisione tra il giusto e l'ingiusto. L'educazione ricevuta, l'esperienza militare nell'Arma dei Carabinieri, gli ideali in cui credo e il percorso di onesta rettitudine tracciato con questa amministrazione comunale rappresentano i capisaldi del mio modus operandi. Nella vita mi ispiro ad un modello comportamentale all'insegna dell'etica, della morale e della legalità da seguire e perseguire in ogni ambito, - ha spiegato l’assessore a vico equense online - ma il corrotto sistema in cui mi sono imbattuto, era contro ognuno di questi principi e pertanto non lasciava altra scelta che dare corso alla giustizia." Immediata la reazione del Presidente della Regione Antonio Bassolino che ha deciso di procedere alla sospensione cautelativa dei due funzionari, a tutela e garanzia loro e dell´indagine, e di avviare un’inchiesta amministrativa interna per aiutare il lavoro della magistratura e fare piena luce sull´accaduto.
Articolo del 21/09/2008 - di Positano news
Una mazzetta da 2000 euro a testa. È l´importo che ha portato in carcere due funzionari della Regione. L´assessore ai Lavori pubblici del Comune, Matteo De Simone, ha atteso i due funzionari Venerdì mattina, era stato contattato per accelerare la pratica riguardante i finanziamenti per il recupero ambientale del borgo e della marina di Vico. I due, Giacomo Mele e Stalino Valendini Aversa, lavorano entrambi presso l´ufficio Por dell´assessorato al Turismo. Dopo un breve aperitivo, l’esponente politico e i funzionari si sono diretti in un ristorante delle frazioni, dove era già stato tutto organizzato. Cesti di prodotti locali, provolone del monaco, telecamere, cimici e carabinieri in borghese confusi tra i commensali, e per rendere il tutto credibile anche un breve saluto del Sindaco Gennaro Cinque. I due funzionari regionali, nei giorni scorsi avevano prospettato a De Simone la possibilità di favorire l´iter dello svincolo del finanziamento. L´assessore avrebbe poi dovuto rifarsi della somma sganciata a carico della ditta appaltatrice. “I soldi li devi chiedere alla ditta che effettuerà i lavori. Sono loro che ti daranno la liquidità e così ci potrai pagare”. Alcuni giorni fa, per garantire l´impegno, era stato anche fornito un fax attestante l´avvenuta firma del decreto per lo stanziamento della somma, documento sul quale sono in corso accertamenti per verificarne la veridicità. A fine pranzo, intorno alle 15.30 è scattata la trappola ai due funzionari. I carabinieri li hanno sorpresi all´uscita dal locale con indosso la tangente. L’atteggiamento dell’assessore è stato pienamente condiviso dal Primo cittadino: «Di fronte ad un sistema che non garantisce il normale iter burocratico e non opera all’insegna della legalità, – dichiara Gennaro Cinque – la scelta non può essere che quella dell’etica e della correttezza. La valutazione fatta dall’assessore rispecchia l’operato dell’amministrazione impegnata a lavorare nel pieno rispetto della legalità garanzia dei diritti di una città e dei suoi cittadini. All’assessore De Simone – continua il Sindaco – va la mia solidarietà e quella dell’intera Giunta. Per le forze dell’ordine e la magistratura, invece, un grato riconoscimento per il prezioso lavoro svolto. Alla giustizia il suo corso».
Articolo del 07/05/2010 - di Positano news
Oggi, la nostra Città assurge agli onori della cronaca per due fatti. Si parte da Sant’Andrea, ridente frazione collinare, dove è sito il frantoio di proprietà della famiglia dell’assessore De Simone. Così come riportato dal quotidiano Metropolis, l’immobile ha ottenuto due permessi in sanatoria che secondo la Procura non potevano essere concessi dal Comune. “Dalle indagini – si legge – coordinate dal Pubblico Ministero Mariangela Magariello, emergerebbe che il frantoio sarebbe passato da 24 metri quadrati, dimensioni originali del 1978, così come riportato nell’atto di donazione con cui il padre dell’assessore divenne proprietario dell’immobile, a 137 metri quadrati, ultima rilevazione accertata nel 2008 dai tecnici della procura, passando per i 100 metri quadrati dichiarati nel 1994. Il frantoio, nel corso del tempo, ha variato non solo dimensione ma anche destinazione d’uso. Passando da deposito ad attività produttiva. Nel 2007, secondo la procura, sarebbe stato anche commesso un abuso edilizio, la chiusura di un prospetto dell’immobile. Secondo i magistrati l’amministrazione non poteva rilasciare i permessi in sanatoria su quell’immobile”. La vicenda parte da una denuncia inviata ai magistrati oplontini, le accuse contestate, a vario titolo, agli indagati sono di falso, omessa denuncia, abuso d’ufficio, abuso edilizio. Oltre all’assessore Matteo De Simone, finiscono nei guai il padre Ciro, Franco Iovine e Catello Arpino, dirigenti del Comune, Giovanni Savarese e Vincenzo Guida, dipendenti comunali, e Mario Staiano tecnico della famiglia De Simone.
A ogni modo l´assessore ai lavori pubblici Matteo De Simone, non si è fatto intimidire ed ha denunciato la cosa, ed è stato possibile così, grazie anche a intercettazioni ambientali, tendere la trappola ai due funzionari della Regione Campania che operavano anche in costiera amalfitana, penisola sorrentina, Capri, Sorrento, Amalfi, Ravello e Positano. "Spesso ognuno di noi di fronte a valutazioni difficili vacilla o temporeggia – ha detto De Simone - perché assalito dal dubbio di fare la scelta giusta. Di fronte a questa cosa non ho esitato nemmeno per un attimo. Non c'è indecisione tra il giusto e l'ingiusto. L'educazione ricevuta, l'esperienza militare nell'Arma dei Carabinieri, gli ideali in cui credo e il percorso di onesta rettitudine tracciato con questa amministrazione comunale rappresentano i capisaldi del mio modus operandi. Nella vita mi ispiro ad un modello comportamentale all'insegna dell'etica, della morale e della legalità da seguire e perseguire in ogni ambito, - ha spiegato l’assessore a vico equense online - ma il corrotto sistema in cui mi sono imbattuto, era contro ognuno di questi principi e pertanto non lasciava altra scelta che dare corso alla giustizia." Immediata la reazione del Presidente della Regione Antonio Bassolino che ha deciso di procedere alla sospensione cautelativa dei due funzionari, a tutela e garanzia loro e dell´indagine, e di avviare un’inchiesta amministrativa interna per aiutare il lavoro della magistratura e fare piena luce sull´accaduto.
Articolo del 21/09/2008 - di Positano news
Una mazzetta da 2000 euro a testa. È l´importo che ha portato in carcere due funzionari della Regione. L´assessore ai Lavori pubblici del Comune, Matteo De Simone, ha atteso i due funzionari Venerdì mattina, era stato contattato per accelerare la pratica riguardante i finanziamenti per il recupero ambientale del borgo e della marina di Vico. I due, Giacomo Mele e Stalino Valendini Aversa, lavorano entrambi presso l´ufficio Por dell´assessorato al Turismo. Dopo un breve aperitivo, l’esponente politico e i funzionari si sono diretti in un ristorante delle frazioni, dove era già stato tutto organizzato. Cesti di prodotti locali, provolone del monaco, telecamere, cimici e carabinieri in borghese confusi tra i commensali, e per rendere il tutto credibile anche un breve saluto del Sindaco Gennaro Cinque. I due funzionari regionali, nei giorni scorsi avevano prospettato a De Simone la possibilità di favorire l´iter dello svincolo del finanziamento. L´assessore avrebbe poi dovuto rifarsi della somma sganciata a carico della ditta appaltatrice. “I soldi li devi chiedere alla ditta che effettuerà i lavori. Sono loro che ti daranno la liquidità e così ci potrai pagare”. Alcuni giorni fa, per garantire l´impegno, era stato anche fornito un fax attestante l´avvenuta firma del decreto per lo stanziamento della somma, documento sul quale sono in corso accertamenti per verificarne la veridicità. A fine pranzo, intorno alle 15.30 è scattata la trappola ai due funzionari. I carabinieri li hanno sorpresi all´uscita dal locale con indosso la tangente. L’atteggiamento dell’assessore è stato pienamente condiviso dal Primo cittadino: «Di fronte ad un sistema che non garantisce il normale iter burocratico e non opera all’insegna della legalità, – dichiara Gennaro Cinque – la scelta non può essere che quella dell’etica e della correttezza. La valutazione fatta dall’assessore rispecchia l’operato dell’amministrazione impegnata a lavorare nel pieno rispetto della legalità garanzia dei diritti di una città e dei suoi cittadini. All’assessore De Simone – continua il Sindaco – va la mia solidarietà e quella dell’intera Giunta. Per le forze dell’ordine e la magistratura, invece, un grato riconoscimento per il prezioso lavoro svolto. Alla giustizia il suo corso».
Articolo del 07/05/2010 - di Positano news
Oggi, la nostra Città assurge agli onori della cronaca per due fatti. Si parte da Sant’Andrea, ridente frazione collinare, dove è sito il frantoio di proprietà della famiglia dell’assessore De Simone. Così come riportato dal quotidiano Metropolis, l’immobile ha ottenuto due permessi in sanatoria che secondo la Procura non potevano essere concessi dal Comune. “Dalle indagini – si legge – coordinate dal Pubblico Ministero Mariangela Magariello, emergerebbe che il frantoio sarebbe passato da 24 metri quadrati, dimensioni originali del 1978, così come riportato nell’atto di donazione con cui il padre dell’assessore divenne proprietario dell’immobile, a 137 metri quadrati, ultima rilevazione accertata nel 2008 dai tecnici della procura, passando per i 100 metri quadrati dichiarati nel 1994. Il frantoio, nel corso del tempo, ha variato non solo dimensione ma anche destinazione d’uso. Passando da deposito ad attività produttiva. Nel 2007, secondo la procura, sarebbe stato anche commesso un abuso edilizio, la chiusura di un prospetto dell’immobile. Secondo i magistrati l’amministrazione non poteva rilasciare i permessi in sanatoria su quell’immobile”. La vicenda parte da una denuncia inviata ai magistrati oplontini, le accuse contestate, a vario titolo, agli indagati sono di falso, omessa denuncia, abuso d’ufficio, abuso edilizio. Oltre all’assessore Matteo De Simone, finiscono nei guai il padre Ciro, Franco Iovine e Catello Arpino, dirigenti del Comune, Giovanni Savarese e Vincenzo Guida, dipendenti comunali, e Mario Staiano tecnico della famiglia De Simone.
DAL VANGELO SECONDO MATTEO
RispondiEliminail Maestro aveva detto "Non giudicate, così, non sarete giudicati; infatti, col giudizio, con cui giudicate, sarete giudicati, e con la misura con cui misurate, vi sarà misurato. Perché osservi la pagliuzza che sta nell'occhio di tuo fratello, e non ti accorgi della trave che sta nel tuo?...Togli prima la trave dal tuo occhio, allora ci vedrai, per togliere la trave dall'occhio di tuo fratello." ( Mt. 7,1-5) )