Raggiunta la quota di dieci milioni di firme per le dimissioni del premier Silvio Berlusconi. Pier Luigi Bersani riunisce la segreteria del partito e indica una linea di 'mobilitazione permanente' che avrà gli appuntamenti più vicini nella consegna delle firme a palazzo Chigi, l'8 marzo, giorno della festa della donna, e il 12 marzo a piazza del Popolo nella manifestazione in difesa della Costituzione. Bersani spiega che i Democratici devono rispondere alla richiesta che viene dal Paese,
che vuole essere coinvolto sui problemi nazionali proprio quando il governo appare latitante su tutta la linea. «Il vento sta cambiando. Loro vorrebbero addormentare il paese, noi dobbiamo stare con chi chiede di mantenere desta l'attenzione», è stato il ragionamento del leader Pd, che ha stigmatizzato ancora una volta l'assenza del governo sui temi centrali della vita sociale ed economica, a cominciare dall'emergenza occupazione e prezzi.Del resto, l'iniziativa lanciata dal Pd per la raccolta delle firme 'anti-premier' ha raggiunto con molto anticipo il risultato indicato da Bersani di dieci milioni di firme. «Siamo a posto», è la risposta del responsabile organizzazione Nico Stumpo a chi, al termine della segreteria nazionale, gli chiede se sia stata superata la quota fissata a gennaio. Saranno consegnate a palazzo Chigi l'8 marzo. Ma davanti alla sede del governo, Bersani e il Pd manifesteranno anche oggi, per protestare contro le dichiarazioni del premier sulla scuola.Il Pd aderisce inoltre alla manifestazione organizzata da molte associazioni (tra le altre Libertà e giustizia, Articolo 21, il Comitato 'Se non ora quandò) per il 12 marzo. La formula sarà quella collaudata il 13 febbraio: niente simboli e bandiere di partito, apertura la più ampia possibile alla società civile. Un modello che verrà ricalcato anche nei prossimi appuntamenti. «Su ogni problema che interessa gli italiani, il governo non c'è. Ma noi ci saremo», ha detto oggi Bersani indicando la linea al Pd.
Nessun commento:
Posta un commento