Blitz dopo le denunce di Vassallo sei arresti per la strada-fantasma
È costata più di mezzo milione ma è una "strada fantasma". Lo aveva capito Angelo Vassallo, il sindaco di Pollica-Acciaroli, che per sette volte, dal dicembre 2008 al settembre 2009, aveva chiesto notizie e poi segnalato le anomalie dei lavori per la realizzazione della strada provinciale 108 Casalvelino-Celso. Una opera per la quale la Provincia di Salerno ha già pagato 615
mila euro. Ma dove, accusano gli investigatori, sono stati realizzati solo interventi di sbancamento dell’importo ritenuto non superiore a 150 mila euro. Il procuratore di Salerno, Franco Roberti, sgombra subito il campo da possibili equivoci: «Non sono emersi collegamenti fra questo appalto e la morte del sindaco Vassallo», assassinato il 5 settembre scorso ad Acciaroli. Movente e autori del delitto vanno cercati altrove. La vicenda conferma però che Vassallo non era un amministratore disposto a chiudere gli occhi dinanzi a situazioni opache. Dopo le sollecitazioni del sindaco, la Provincia dispose verifiche sull’appalto, prima nominando una commissione e poi, l’estate scorsa, presentando un esposto alla magistratura. E da ieri, a conclusione della prima fase delle indagini condotte dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Salerno, guidato dal colonnello Antonio Mancazzo, agli arresti domiciliari con l’accusa di peculato ci sono sei persone: tre dipendenti della Provincia: il dirigente Angelo Cavaliere, responsabile unico del procedimento e i funzionari Gennaro Rizzo (caposezione del servizio Viabilità) e Franco Cuozzo, direttore dei lavori; e tre imprenditori: Eduardo Sale, procuratore dell’Ati che si aggiudicò l’appalto, Paolo Riccelli, rappresentante legale della società subappaltatrice e Mario Bamonte, legale rappresentante di una società che avrebbe emesso fatture false. Tutti potranno replicare alle accuse nei successivi passaggi del procedimento. È stato disposto anche il sequestro di 465 mila euro, somma ritenuta equivalente al profitto del reato di peculato contestato agli indagati. La Procura aveva chiesto la custodia in carcere, il giudice Emiliana Ascoli ha ritenuto sufficiente la misura degli arresti domiciliari. Nelle motivazioni del provvedimento, il gip parla di «evidente irregolarità del-l’iter amministrativo», ritenuto caratterizzato da «atti ora solo apparentemente motivati ora falsi perché attestanti opere di fatto non eseguite ovvero eseguite per quantità e qualità diverse da quelle indicate in contabilità». Questa stessa documentazione, si legge ancora, finita poi alla base «di provvedimenti amministrativi attraverso i quali la Provincia di Salerno deliberava ed erogava alla società appaltatrice somme di danaro corrispondenti, per la quasi totalità, al valore complessivo delle opere commissionate di fatto non realizzate ovvero realizzate in parte con modalità tali da rendere l’opera incompleta e non funzionale». Da qui l’i-potesi che, all’ombra della realizzazione della strada provinciale 108, si sia consumata «un’ingiusta appropriazione di danaro pubblico».
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