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10 marzo 2011

Vico Equense 150° unità Italia: “Cantata Va Pensiero” – Ma non è l’inno della Lega

Timide polemiche per l'esecuzione di "Va' Pensiero"

Noi insistiamo: “Va' pensiero” non è l'inno della lega nord.

Oggi, nel corso della manifestazione per la celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia è stato cantato un passo del “Nabucco” di Giuseppe Verdi, conosciuto come “Va' Pensiero”.
E’ sintomatico che questa intonazione ha fatto storcere il naso a molti nostri concittadini, per la fama di inno padano che questo passo ha acquistato nel corso degli anni. Oggi quando si canta Va pensiero, subito si pensa alla Lega Nord che, giusto o sbagliato che sia, ne ha fatto il proprio Inno politico.
E’ del tutto evidente che Istituzionalmente non significa niente, ma l’opinione pubblica, piuttosto che i leghisti stessi, ne fanno quasi una questione “nazionalista”.
Ora, sarà anche vero che tutti noi del sud arricciamo il naso quando ascoltiamo questo famoso passo del Nabucco di Verdi cantato a mo di inno, ma è giusto che anche i leghisti sappiano, come ben certo sapranno e, come si legge sui libri di storia della musica, la lega nord lo ha usato come "Inno della "Padania", con la bizzarra giustificazione che il librettista Temistocle Solera appartenesse alla cosiddetta "corrente neoguelfa" assertrice di un blando federalismo, a dispetto del fatto che questo coro di esuli ebrei era stato uno dei simboli musicali più importanti del Risorgimento italiano. Tale bizzarra giustificazione, infatti, non trova conforto in nessun tipo documento, ufficiale e non.
La tesi, quindi, che il Solera fosse favorevole a un sistema federale per l'Italia, e che Verdi non fosse un fervente sostenitore dell'unità nazionale è una tesi evidentemente personalistica ed erroneamente interpretativa.
Quando Verdi, dopo la morte della moglie e dei figli e, dopo l'insuccesso di Un giorno di regno decise di non comporre più musica, incontrò per strada l'impresario Merelli pregandolo di leggere il libretto del Nabucco. Secondo quando si narra, Verdi tornò a casa di malumore e gettò il poema sul tavolo; il libro si aprì per caso sulle parole "Va pensiero su l'ali dorate...", che toccarono immediatamente il cuore del musicista che completò la colossale opera che oggi il mondo ci invidia.
Quindi, non c’è nulla di strano che anche al Sud s’intoni, sapientemente, Va Pensiero, a dimostrazione che noi del sud sappiamo quel che facciamo e poi, se Giuseppe Verdi oggi fosse ancora tra noi, pensate che sia stato tanto felice che un pezzo della Sua grande opera, venisse strumentalizzata a scopi politici?         (di Franco Cardenia)

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